Sappiamo tutti che, per quanto concerne l’opinione sui ristoranti più buoni di un determinato luogo, il pensiero tra turisti e abitanti può differire in molti casi. Ciò è dovuto a una mancanza di conoscenza della cucina locale, dei suoi sapori antichi e del rispetto della tradizione, ma anche, banalmente, dai gusti personali. Eppure, qui a Favignana c’è un’osteria che viene considerata all’unanimità uno dei migliori posti dell’isola dove potersi godere un pasto: Formica.

Il nome deriva dal piccolo isolotto omonimo facente parte dell’arcipelago delle Egadi, uno spot fondamentale per la storia della celebre tonnara di Favignana. È impossibile per una località marittima, non proporre piatti a base di pesce e qui, la pesca in generale, è stato uno dei pilastri economici e culturali fondamentali del passato. Un passato che qui viene servito con raffinatezza e innovazione.

Infatti, i due capi in cucina sono Federica e Chef Taka, cuoco proveniente dal Sol Levante che, con l’aiuto di Federica, suggerisce una interessante fusione tra Italia e Giappone.

Un menu che non è mai lo stesso: ogni giorno cambia radicalmente in base al pescato, proponendo quotidianamente piatti diversi e sapori variegati.

Il nome indica un’osteria, ma la location e il servizio suggeriscono un livello più alto. Non a caso, Formica è sempre pieno ed è spesso impossibile trovare un posto senza aver prenotato anticipatamente al telefono o sul loro sito online.

In quest’atmosfera intima e soffusa, ho avuto modo di testare un gustoso primo piatto: spaghetti con crema di cipolla bruciata, acciughe e mollica croccante (naturalmente, cipolla bruciata non letteralmente, il bulbo in questione viene caramellato).

Una presentazione elegante, in un piatto fondo esteticamente davvero ricercato (avrei voluto comprare il servizio intero, se fosse stato possibile). La pasta aveva una consistenza meravigliosamente vellutata, cotta perfettamente, adagiata sulla saporita crema di cipolle, il cui gusto dolcemente pungente era bilanciato dalla presenza salata (ma non invasiva) dell’acciuga. La texture della mollica spolverata sopra gli spaghetti conferiva una piacevole nota croccante che completava la pietanza.

Secondo il parere di mia zia Consuelo Vecchio, Dietista, Coordinatore dei processi di nutrizione clinica presso l’ASST Fatebenfratelli Sacco di Milano: «Gli ingredienti principali di questo piatto sono le alici e le cipolle. Del pesce azzurro avremo modo di parlarne nelle prossime ricette, ma ricordiamo che sono una fonte di acidi grassi della serie omega-3, importantissimi per la prevenzione cardiovascolare. La cipolla, oltre ai macro e micronutrienti, contiene composti attivi che le conferiscono un potenziale fitoterapico. Si tratta di composti solforati che vengono convertiti in allicina, composto che può avere effetti antiossidanti e antinfiammatori, svolgendo anche una funzione antisettica, antibatterica e antivirale.  Questi composti possono, inoltre, esercitare un possibile effetto protettivo nei confronti di alcuni tumori tra cui quelli al colon e alla prostata. Attenzione però che questi composti, se assunti in quantità eccessiva, potrebbero interferire con alcuni farmaci tra cui gli anticoagulanti.»

Oppure, ho avuto occasione di assaggiare un secondo piatto che si è rivelato una gradevole scoperta per le mie papille gustative: lo scapece di tonno con patate, pomodori, sedano, capperi e cipollotto, il tutto condito con olio di sesamo piccante.

Per chi non lo sapesse, con il termine scapece si designa un particolare metodo di conservazione e preparazione del cibo, basato sulla marinatura degli alimenti (in questo caso il tonno) in una miscela di aceto, olio, aglio e a volte zafferano e menta. Difatti, la parola scapece deriva dallo spagnolo “escabeche”, traducibile come “salsa all’aceto”.

Contro ogni mio pronostico, la salsa piccante non era affatto aggressiva in bocca (personalmente, non sempre riesco ad apprezzare le pietanze troppo piccanti… però riesco a papparmi con ingordigia aglio, olio e peperoncino…) e la salsa acetata ha donato una bella spinta sia al tonno che alle patate.

Una portata fresca e leggera, ma con un bel “caratterino gustativo”!

Come coccola di fine pasto, Formica offre anche dei biscottini a base di mandorle e ripieni di caramello salato. Uno dei dessert più sfiziosi e buoni che mi sia capitato di assaporare su quest’isola!

Ed è con questo spirito, di innovazione e tradizione sapientemente accomunate in una cucina che può definirsi “alta”, che vi lascio con una frase dell’aforista nostrano Fabrizio Caramagna: “Che lo vogliate o no, un buon piatto è anche una scoperta, brivido, stupore, sogno, prodigio, affinità, adorazione, qualche volta disappunto e delusione. Se non fosse tutto questo, si chiamerebbe solo cibo.”