Quando si decide di intraprendere un viaggio o di organizzare una gita per visitare un posto nuovo e sconosciuto da esplorare, cosa si fa dapprincipio nella maggioranza dei casi? Si esegue una piccola ricerca sugli hotspot di quel luogo, i suoi cosiddetti punti d’interesse. Spiagge, templi, musei, escursioni di ogni genere. Tra questi, una grande importanza va sicuramente ai locali, ai pub e ai ristoranti, che riescono a far immergere chiunque nella cultura territoriale attraverso la cucina. Anche quando si parla della nostra bella penisola, che crediamo di conoscere (giustamente) come il palmo della nostra mano, in realtà essa nasconde in ogni angolo, borgo e cittadina, delle prelibatezze tipiche che sarebbero introvabili altrove.

Insomma, la cucina è uno dei chiari segni distintivi di una certa regione e non solo, poiché le materie prime usate per comporre i piatti parlano di quella terra, delle sue montagne, delle sue pianure, dei suoi fiumi, dei suoi laghi, dei suoi mari e della sua gente.

E poi, banalmente, è sempre utile avere a portata di mano una guida che ti indichi dove si mangia meglio!

Spesso, ascoltando i turisti mentre passeggiano per strada o prendono il sole oppure scambiando con loro qualche chiacchiera, mi rendo conto che la prima domanda che pongono è: “Dove mangiamo?” (soprattutto noi italiani, che abbiamo un amore viscerale per la cucina).

Bene, ho deciso di rispondere a tale quesito attraverso una nuova rubrica che inauguro ufficialmente con questa piccola presentazione: A tavola con Camilla.

Io sono una milanese doc che soggiorna per lunghi periodi a Favignana e chi mi conosce (o conosce i milanesi in generale), sa quanto apprezziamo pranzare o cenare fuori di casa, un’abitudine che conservo anche quando mi trovo sul magnifico “scoglio egadino” (come viene chiamata l’isola dagli autoctoni).

Dunque, settimanalmente scriverò un articolo dove recensirò i piatti che mano a mano degusterò nei ristoranti della farfalla del Mediterraneo.

Tengo a precisare un dato molto importante: non sono una critica gastronomica, il mio compito non è assolutamente quello di giudicare negativamente un ristorante o di disapprovare un piatto che non sia di mio gradimento. Se decido di pubblicare un pezzo, è perché le pietanze da me ordinate mi hanno appagata, basandomi non esclusivamente su un’opinione soggettiva, ma avvalendomi anche del feedback degli altri avventori.

Lo scopo è semplicemente quello di consigliare, a chi decide di approdare a Favignana, cibi e locali un po’ come farebbe chiunque quando raccomanda una buona pizzeria, un’ottima locanda, un’accogliente osteria, una ricca colazione, un raffinato ristorante… o anche un succulento kebab o un hamburger sotto casa!

Aggiungo che per questa rubrica mi avvarrò della consulenza di mia zia, Consuelo Vecchio, Dietista, Coordinatore dei processi di nutrizione clinica presso l’ASST Fatebenefratelli Sacco di Milano.

D’altronde, come diceva Virginia Woolf: “Uno non può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non ha mangiato bene.”