Chi mi conosce, sa che praticamente tutta la mia vita professionale è davanti a tre cose: davanti a un libro, davanti a un quaderno con la mia stilografica Parker alla mano oppure davanti al mio immancabile portatile a battere sulla tastiera, un po’ come Paul Sheldon sulla sua meravigliosa Royal 10 nell’intramontabile romanzo e poi film “Misery non deve morire”.

Ho la fortuna di svolgere un lavoro che non mi costringe tra quattro mura, che non mi tiene relegata in un ufficio a timbrare il cartellino, ma che, al contrario, mi permette di scegliere per conto mio “l’ufficio” del giorno.

E quando il tempo è un po’ barbino, devo rimanere nei paraggi del centro cittadino per qualche motivo o è un “Ventodì”, mi piace davvero molto sedermi al tavolo di un ristorantino dall’atmosfera super chill, affacciato sul molo turistico, di fronte alla collina di Santa Caterina, dominata dal suo castello: Locanda 23.

Locanda 23 è un luogo perfetto per chi ha voglia di godersi un pranzo o una cena easy e saporiti, quei tipici piatti di mare i cui ingredienti e condimenti cambiano a seconda della regione.

Il titolare Henry, insieme al personale, vi accoglieranno calorosamente a braccia spalancate e con tanta musica di sottofondo, perché ogni occasione è buona per far festa, per vivere un momento di convivialità, per ridere e scherzare in amicizia, magari anche per ballare. Sì, perché ogni tanto, le casse di Locanda 23 alzano il volume e invitano chi passeggia per le strade notturne del centro a ballare, diventando anche un ottimo cocktail bar all’occorrenza. Henry è un padrone di casa con la P maiuscola.

Personalmente, quando frequento assiduamente un posto, tendo a trovare il mio cibo preferito, quello che ordino praticamente in maniera costante a mo’ di comfort food, specialmente quando si parla di un menu casereccio e adatto a qualsiasi palato di qualsiasi nazione, trattandosi di una proposta sia locale che turistica.

E in questo caso, la pietanza che richiedo fedelmente, osservando le barche e i gommoni che sfilano, facendo avanti e indietro dal porto, sono i paccheri freschi serviti con tonno, pomodorini gialli, lime, olio, prezzemolo, mollica tostata e un pizzico di peperoncino, per dare quella piccola spinta tipica meridionale.

La cottura della pasta è perfetta e sinceramente apprezzo tantissimo il sugo giallo e dolce dei datterini, che ben si sposano con il tonno.

Secondo il sempreverde commento di mia zia Consuelo Vecchio, Dietista, Coordinatore dei processi di nutrizione clinica presso l’ASST Fatebenefratelli Sacco di Milano: «Il pomodoro giallo, così come quello rosso, apporta vitamine, minerali e fibra. Il colore differente è l’espressione del differente contenuto in fitocomposti: carotenoidi nei rossi (come beta-carotene,licopene, ecc.) e polifenoli nei gialli (antociani, catechine, flavonoidi, ecc.). Si tratta di composti che contrastano lo stress ossidativo delle cellule, combattono i radicali liberi e quindi sono alleati della nostra salute.»

Per concludere questo mio breve ma sentito elogio, direi che la citazione del nostro amato chef Antonino Canavacciuolo rispecchi egregiamente la natura di Locanda 23: “A tavola ci si incontra, si chiacchiera, ci si rilassa, si ride… talvolta ci si punzecchia, ma il buon cibo fa da paciere. È capace di restituire il buon umore persino al termine di una giornata faticosa.”