Il 5 maggio, presso l’Oasi Felina di Favignana, è occorso un deliberato atto criminale che, malauguratamente per alcuni individui, risulta di poco conto: Cleo e Lola, due dolci gattine ospitate all’interno del rifugio, sono state avvelenate con del rodenticida.
L’Oasi Felina (di cui vi parlerò più nel dettaglio in un dei miei prossimi articoli) è un rifugio sicuro e protetto, situato in una piccola cava.
Qui i gatti randagi, dopo essere stati accuratamente visitati, controllati e vaccinati dal veterinario dell’isola, il Dottor Rosenthal (su cui ho scritto un articolo che potete leggere cliccando qui), vivono sereni e protetti.
Chi conosce l’Oasi sa bene che non si tratta di uno spazio chiuso, ma di un ricovero a cielo aperto, i cui confini sono segnati da reti metalliche che impediscono ai felini di sfuggire al controllo di chi gestisce il piccolo complesso. Tuttavia, è possibile che qualche micio passi attraverso il reticolato per avventurarsi all’esterno, prima di tornare nella sua comoda casetta.
Nonostante sia vero che i gatti che compiono questa azione corrano dei pericoli, in primis la strada, non è mai accaduto alcun incidente agli ospiti dell’Oasi.
L’unico atto vandalico e deleterio che hanno subìto è stato da parte di questo criminale che, probabilmente per frustrazione di una vita miserabile o per pura cattiveria, ha lasciato il veleno per topi proprio sul confine dell’Oasi, con il chiaro intento di uccidere i felini ivi presenti.
La sostanza tossica in questione era contenuta all’interno di una bustina: dei bocconcini ripieni di rodenticida anticoagulante, dunque che causa emorragie. I gatti, come i topi, sono attratti da questo cibo e lo ingeriscono, inconsapevoli del rischio mortale che corrono. Un rischio che si concretizza nel giro di quattro o cinque giorni, il tempo che permette al veleno di agire nell’organismo.
I poveri corpicini di Cleo e Lola sono stati trovati all’ingresso dell’Oasi, a pochi passi dalla bustina. La struttura ha chiamato prontamente il Dr. Rosenthal, che non ha potuto fare altro che constatarne il decesso e la causa della morte: ingestione di bocconi avvelenati da rodenticida.
Prima che qualcuno possa affermare che questa sia stata una fatalità o che magari il veleno per roditori non sia stato posizionato ad hoc in quel punto, ma che fosse semplicemente di un “vicino” che volesse disfarsi dei ratti nel proprio cortile, vi posso assicurare che si è trattato di un atto premeditato confermato: la bustina incriminata è stata rinvenuta proprio sul confine della proprietà dell’Oasi, all’ingresso della struttura. La sua presenza in quello spot specifico non ha alcuna giustificazione, poiché non vi sono giardini, case private o locali per i turisti.
È la prima volta che l’Oasi subisce un crimine così grave, ma sfortunatamente non si può dire lo stesso per le colonie sparse per l’isola o, in generale, nei confronti degli animali. In passato, è stato utilizzato anche un lumachicida (il veleno per le lumache), che agisce sul sistema nervoso.
L’Oasi Felina, dopo aver riportato il fatto alle forze dell’ordine, sta intensificando la sicurezza del sito, per far sì che qualsiasi malvivente che si permetta di giustiziare le bestiole non la passi liscia.
Non occorre puntare il dito sull’intera comunità favignanese, poiché negli ultimi dieci anni, grazie anche al presidio veterinario del Dr. Rosenthal e alla costruzione dell’Oasi Felina (le due attività non sono collegate tra loro), c’è stata un’evoluzione importante nelle relazioni che intercorrono tra esseri umani e animali, soprattutto cani e gatti. C’è più consapevolezza, più rispetto e più volontà di prendersi cura di loro da parte dei cittadini e questo è un fattore decisamente positivo.
Ma c’è ancora bisogno di educare una piccola parte della popolazione alla salvaguardia dei nostri amici a quattro zampe. Alcune persone sono intrappolate tuttora in una concezione vetusta: fino al secolo scorso, i trattamenti nei confronti di cani e gatti erano ricollegabili semplicemente alla loro utilità nel cacciare roditori, uccelli, insetti, serpenti ecc., E dovrebbero essere rispettati e protetti proprio per questa loro utilità, a prescindere. Alla base, banalmente, c’è una profonda ignoranza… se non un orribile sadismo, in taluni casi.
Questo articolo nasce per fornire una maggiore sensibilizzazione sul tema, perché parlarne porta consapevolezza, per non dimenticare che sulla Terra non c’è solo l’Uomo dominatore e distruttore.
Colgo l’occasione per ricordare che il Parlamento ha approvato in via definitiva una legge che punisce in maniera intransigente gli atti di violenza sugli animali, che non saranno più considerati come un “semplice” gesto crudele, ma come un vero e proprio reato: i casi di torture, combattimenti organizzati, diffusione di immagini e video con oggetto la violenza e le uccisioni saranno giustamente punibili con pene severissime che comprendono la reclusione in carcere fino a quattro anni e una multa salatissima, senza la possibilità di accedere automaticamente a condanne alternative. Inoltre, se il fatto sussiste in presenza di minori, la sentenza sarà ancora più pesante.
La legge prevede anche il divieto nazionale di tenere legati i cani con le catene e l’utilizzo di pellicce di gatto domestico.
Vorrei ora porre una domanda diretta a colui o a colei che ha concepito questa idea così malsana: perché? Che cos’hai ottenuto avvelenando Cleo e Lola, che potevano essere possibilmente adottate da una famiglia amorevole? La tua vita è così vuota da doverla riempire con atti oltremodo crudeli e vigliacchi?
Forse, dovresti pensare alla frase dello scrittore statunitense Edmond Hamilton: “Chiunque sia indifferente alla bellezza, all’eleganza, all’intelligenza, all’affetto di cui è capace un gatto, è povero come chi, passeggiando d’estate per una strada di campagna è cieco ai fiori e sordo al canto degli uccelli ed al ronzio degli insetti.”
[…] avvelenati e uccisi due gatti appartenenti all’Oasi (che potete leggere cliccando qui). Così come è noto che solo nell’ultima decade la mentalità egadina ha avuto una piacevole […]