A Favignana, i due elementi fondamentali che scandiscono il tempo e il ritmo dell’isola sono il vento e il mare.
I barcaioli, questo lo sanno bene. Ci campano, ci vivono, permettendo ai turisti di conoscere i lati, gli scorci, le cale e le grotte migliori di questo magico “scoglio” a forma di farfalla posata sul Mediterraneo.
Oggi voglio proporvi la storia di un esperto comandante, uno tra i migliori della regina delle Egadi, un uomo che il mare lo conosce perfettamente, perché lo vive “a 360 gradi per 365 giorni”: Eduardo Carriglio.

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Eduardo è un affascinante 39enne nato a Erice (Trapani), cresciuto a Favignana e di professione fa “volgarmente il barcaiolo”, come mi spiega lui, mentre fuma tranquillamente una sigaretta elettronica e una leggera brezza entra dalla finestra, rinfrescandoci.
Mi specifica, infatti: “Dal punto di vista normativo si dice noleggiante, perché io noleggio la barca con skipper. Però, diciamo, volgarmente detto barcaiolo.”. Lo skipper è lui, naturalmente, nessun altro.
È dal 2008 che Eduardo accompagna i turisti in tutte le baie più belle di Favignana. Gli chiedo, allora, cosa lo avesse spinto all’epoca a svolgere questa professione. Eduardo inspira, riflette, la calma e la quiete che ci circondano sono tali da farmi “sentire” la sua mente che torna indietro a quegli anni, che ripesca nella memoria quel momento. E poi mi racconta: “Mio papà ha usufruito, all’epoca, di fondi europei e assieme ad altri due soci, ha acquistato una barca. Avevano il comandante, gli serviva il marinaio.”.
È così che è cominciata la sua passione per questo mestiere, perché è proprio di passione, passione vera, che si parla, ovvero, facendo il marinaio per un anno, occupandosi anche della ricerca dei clienti e della gestione delle prenotazioni.
“A fine estate, pur non volendo, anzi direi inconsciamente, mi sono appassionato. Quindi ho chiesto a mio papà di comprarmi una barca. Così, nel 2009, ho avuto una barca tutta mia.”
Effettivamente, Eduardo, forse non si aspettava questo colpo di fulmine con il lavoro di barcaiolo, perché i suoi piani, inizialmente, erano ben altri: avrebbe voluto diventare psicologo. Difatti, per un periodo, ha anche studiato Psicologia presso l’Università di Enna, prima di mollare tutto per dedicarsi definitivamente al mare.
“Mi sono sentito realizzato. Ho capito di aver trovato il lavoro fatto su misura per me.”, mi spiega Eduardo “In mezzo al mare, sulle barche che io amo, ogni giorno con gente diversa… Un lavoro che ha tutto quello di cui ho bisogno!”
Quando parla di barche, distintamente di barche a motore, Eduardo si illumina, i suoi occhi hanno come un guizzo. Il suo sentimento quando ne parla va ben oltre un semplice interesse. In particolar modo, gli piacciono i Fisherman americani, ovvero quelle barche non troppo grosse (si parla di una quindicina di metri al massimo), adatte per la pesca d’altura, conosciuta anche come pesca grossa, di marlin e tonni, per esempio. Invero, sono dotate di una parte chiamata tuna tower, cioè una postazione elevata, sopra la cabina, con i comandi a disposizione, che permette una visuale ben più ampia del mare.
Non a caso, al momento, è questo il tipo di barca di cui Eduardo dispone, lunga 10 m, con due motori da 300 cavalli. Ne ha anche un’altra, manovrata da suo padre, leggermente più piccola, di 8,50 m con un solo motore da 130 cavalli.
Dopo un breve momento di pausa, dove il vento ha soffiato in maniera più impetuosa, facendo entrare una foglia così grande e pesante da averci fatto pensare a un uccellino volato per sbaglio nella stanza, Eduardo prosegue il suo racconto decisamente dettagliato e molto interessante, con una proprietà di linguaggio sorprendente, spiegandomi anche la differenza tra motori fuori bordo ed entro bordo: “Il motore entro bordo è un motore che viene installato all’interno dell’imbarcazione, quindi dall’esterno non si vede. I motori fuori bordo, come dice la parola stessa, sono dei motori montati a poppa dell’imbarcazione e sono pienamente e totalmente visibili.”.
Dopo aver speso qualche minuto a raccontarmi una divertente e grottesca storiella sulla, diciamo, “evacuazione” dei gabbiani in barca durante il suo primo anno come marinaio, Eduardo lascia il cuore a briglie sciolte, si percepisce l’emozione mentre dice, quasi rapito: “Quando sono in mare è un mix di emozioni. Mi sento ansioso, perché sono responsabile civilmente e penalmente; mi sento ansioso perché… perché da me dipende la soddisfazione del cliente; mi sento soddisfatto, perché sto facendo un lavoro che amo… e poi mi sento, soprattutto durante la navigazione, quando sono sul tuna tower e quindi non ho nessuno che mi disturba durante la guida… mi sento… libero. La giusta parola è libero. In sei ore e mezza di escursione ci saranno circa due ore di navigazione, chiaramente suddivise a tappe. E io, in queste due ore, mi sento libero. Libero perché davanti a me ho il mare, l’orizzonte e lì la mente viaggia senza limiti, senza meta… è bellissimo.”.
Vengo stregata anch’io da queste parole. Sembra di sentir parlare uno di quei pirati che vivono per il mare, che senza di esso non possono stare, che hanno bisogno di quella libertà, di quel brivido, di quel profumo di salsedine, di quel rollio sull’acqua, di quegli spruzzi dati dalle onde, di quell’orizzonte infinito che fa evadere lo spirito dalla prigionia della terraferma.
Una sensazione che mi sento di condividere in pieno.
In effetti, Eduardo ama davvero il suo mare. Un’altra sua dote è la capacità di scendere in apnea, quindi, citando: “Sfidare me stesso, sempre seguendo i propri limiti, perché si può morire.”.
E tutta questa libertà, tutto questo amore, con la dovuta e giusta dose di “preoccupazione”, vengono trasmessi ai turisti. Se non avesse fatto il barcaiolo, sarebbe diventato sicuramente un brillante psicologo, ma ascoltandolo, anche come narratore, vista la favella, non scherza affatto.
Ha uno charme a dir poco ammaliante, che riesce a catturare l’attenzione di tutti i presenti e, come un buon Cicerone, racconta storie sulla sua terra, in tutti i punti in cui si ferma durante l’escursione. Si potrebbe paragonare il suo modo di parlare della sua Favignana e della sua casa, alla descrizione di una bella donna da sedurre costantemente.
Forse, questo suo carisma e questa coccola continua al cliente, sono ciò che lo rendono uno dei migliori barcaioli in navigazione: “Mi considero molto empatico, mi preoccupo molto della soddisfazione del turista. Forse è per questo che sono anche il più ansioso quando salgo in barca.” Fa una pausa e aggiunge “Sicuro. Mi alzo la mattina che già ho l’ansia!” E ci mettiamo a ridere entrambi, soprattutto perché si mette a sparare delle battute che solo lui, conoscendolo, è in grado di formulare.
Ansia, come dicevo, dettata solo dalla sua frenesia nell’accontentare chi sale a bordo “almeno a 350 gradi” (quei dieci gradi di scarto sono dettati da condizioni meteo avverse o imprevisti di qualsiasi sorta), perché in quanto a sapienza nell’affrontare il mare, Eduardo non ha alcuna esitazione, parte sicuro e capace come un cowboy che galoppa fiero senza sella, perché conosce il suo destriero.
Successivamente a un momento di svago, ulteriori battute e risate e “performance attoriali” improvvisate imitando conoscenti e colleghi, Eduardo mi espone come funziona la manutenzione della barca durante l’inverno, di cui si occupa quasi interamente lui: “Devi stuccare e riverniciare dove ci sono graffi e rotture; devi togliere l’antivegetativa vecchia, che è quel prodotto che devi mettere sulla parte dello scafo a contatto con l’acqua per non far proliferare la vegetazione marina, e rimettere quella nuova. Sostanzialmente, la manutenzione esterna è questa. Per la manutenzione interna, quindi il motore, mi rivolgo al mio migliore amico, che mi dà una mano.”.
Per info su prezzi, orari e itinerario, potete seguirlo sulla sua pagina Instagram eduardocarriglioescursioni (cliccate per accedere) oppure tramite i suoi due numeri: +39 329 9304250 e +39 348 5335041.

Dopo aver ascoltato Eduardo parlare, ho avuto la sensazione di navigare con lui attraverso le parole e, concludendo, mi sovviene una frase della scrittrice francese Irène Némirovsky: “Non si può essere infelici quando si ha questo: l’odore del mare, la sabbia sotto le dita, l’aria, il vento.”
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