Camminando per le piccole vie lastricate di Favignana, alzando gli occhi verso ciò che mi circonda, si percepisce, anche senza vedere il mare, che è un’isola. Le case “vissute” dalla salsedine e il movimento del vento che scandisce il ritmo del tempo e delle persone in questo luogo, su questo “scoglio” egadino, mormorano una storia di tradizioni e forti legami con la natura, la cultura passata e l’immensità dell’acqua da cui è circondato.
Una piccola comunità coesa, che vive principalmente e soprattutto di turismo per poco tempo durante l’anno e solo nel periodo estivo, perché il clima in questo punto del Mediterraneo, nei mesi invernali, talvolta non è clemente e l’isolano “diventa isolato”. Giornate di burrasca e di tempesta, in cui la Natura fa sentire la propria potenza, impedendo agli aliscafi un attracco sicuro. Come se dicesse: “Tu, Uomo, puoi avere armi e strumenti, ma alla fine sono io che ti permetto o meno di usarli.”
L’economia e il sostentamento di questa gente si basa sul ricavato stagionale e deve bastare anche per quei giorni in cui si svuoterà completamente. Non sono come noi cittadini, noi abitanti della terraferma, noi continentali, che possiamo reinventarci e sfruttare qualunque occasione per avere qualsiasi fonte di sostentamento.
Per aiutare, per mantenere, tutelare, proteggere un posto così bello, un arcipelago che con Marettimo, Levanzo e Formica, esalta la bellezza e la ricchezza delle coste italiane, il nostro meraviglioso Paese, deve essere preservato vivendolo. E lo si può fare mangiando nei caratteristici ristorantini dell’isola (di cui vi sto parlando mano a mano nella mia rubrica “A tavola con Camilla”, potete leggere gli articoli pubblicati finora cliccando qui, quo e qua, altri sono in arrivo) o navigando affidandosi ai bravi, esperti e capaci barcaioli locali, quelli veri, di qui, favignanesi, costantemente pronti a portarvi intorno alla farfalla del mediterraneo per farvi scoprire anfratti sorprendenti, grotte antiche, acque cristalline e cangianti, non sempre raggiungibili dalla terraferma. Uomini e donne che, come dei moderni Ciceroni, narrano le storie di ogni cala, baia od onda.
Vi ho già parlato di Alessandro Bevilacqua e della sua magica barca a vela con l’attività Egadi nel Vento (cliccate qui) o di quell’”uomo libero” di mare quale è Eduardo Carriglio con Eduardo Carriglio Escursioni (cliccate qua).
Oppure rilassandovi con un aperitivo tipico, davanti al famoso e spettacolare tramonto, che incanta con le sue infuocate sfumature, tingendo l’acqua di una colorazione tutta particolare, che fa apparire il mare come una distesa infinita di argento fuso. Spostandosi dall’altro lato di Favignana, superando la galleria che attraversa “la montagna” dominata dal castello di Santa Caterina, questi siti vi faranno vivere questo poetico, romantico e bellissimo momento: ci sono A’ Leva, Cibo chiacchiere e vino, La Baia del Faro, Pura Vida, Rest, Kiosko, tutti famosi per l’atmosfera “golden hour”.
O ancora, finire la serata nei pub del centro tra musica e vivacità, come al New Albatros, al Monique, all’Arsura, al Movida, alla Camparia.
Non dimenticate lo street food con le leccornie siciliane (come TunaFishCity, Stella Maris o U Coppu, per esempio), i cuoppi di fritti, gli immancabili cannoli, le cassate e le cassatelle (queste ultime un prodotto tipico della zona del trapanese, che ho avuto modo di assaggiare solamente in questa piccola porzione di mondo).
Noleggiate scooter e biciclette con pedalata assistita per esplorare in libertà, al meglio, ciò che la location offre. Soprattutto la bicicletta elettrica è un’opzione congeniale all’isola, in quanto la più comoda e la più green fra tutte.
Visitate il museo della Camparia e l’ex Stabilimento Florio (leggete lì, lì e là gli articoli che ho scritto in merito), importanti testimonianze del glorioso passato, l’ultimo con annesso il Centro di recupero delle tartarughe marine (ve ne ho già parlato qui), simbolo dell’importanza della preservazione della fauna locale.
Recatevi a Palazzo Florio, di fianco al porto, residenza storica di questa antica famiglia di grandi imprenditori.
Comperate souvenir che vi ricorderanno i vostri giorni di spensieratezza e villeggiatura: piccoli acquisti che aiuteranno però le finanze di questo angolo di paradiso.
E un piccolo sforzo di ognuno a non sporcare e abbandonare rifiuti, perché il sistema di gestione della spazzatura quando si è in mezzo al mare non è così semplice da affrontare se non c’è rispetto.
E concludo con una frase di Confucio: “Ovunque tu vada, vacci con tutto il tuo cuore”
Una buona vacanza a tutti da “Una milanese a Favignana”, che durante un’estate si è innamorata perdutamente di questo incredibile lembo di terra e mare.
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